Non chiamatelo “second vin”, la Doc rossa del comune toscano ha sempre più estimatori e adesso anche un evento tutto suo: si chiama Red Montalcino.
di Francesca Ciancio
Montalcino si tinge ancora di rosso, ma questa volta il Brunello non c’entra e non vi è nessuna anteprima da celebrare. Scende in campo da protagonista invece il Rosso di Montalcino con un evento dedicato alla Doc nata nel 1983. Si chiama Red Montalcino e andrà in scena il prossimo 11 giugno nel famoso borgo senese. Voluta dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, questa 1° edizione mette in campo anche una collaborazione importante, quella con lo chef Massimo Bottura e il suo Food For Soul, l’organizzazione no profit fondata insieme alla moglie Lara Gilmore che promuove lo sviluppo di un sistema alimentare volto a ridurre gli sprechi di risorse e a migliorare il benessere delle persone più vulnerabili attraverso l’apertura di refettori in tutto il mondo che recuperano alimenti destinati diversamente all’eliminazione. Durante la pandemia infatti sono state riutilizzate oltre 650 tonnellate di cibo e serviti più di 1,5 milioni di pasti.
Un bicchiere giovane e contemporaneo, il Rosso di Montalcino
Senza nulla togliere al prestigio della più blasonata Docg, il Rosso di Montalcino già da anni raccoglie consensi di pubblico e critica grazie a una beva più fresca e comprensibile. Un grande rosso che arriva prima nel bicchiere, grazie a un periodo di affinamento molto più breve del Brunello. Parliamo sempre di Sangiovese in purezza, ma con una versatilità diversa che emerge sopratutto in tavola. Caratteristica questa perfetta per potersi proporre come un vino più contemporaneo e di facile approccio, soprattutto rivolto a un target giovanile. Ma quali sono le differenze sostanziali tra Brunello e Rosso? Proviamo a schematizzarle.
I tempi di affinamento: innanzitutto la fase di invecchiamento. Secondo il disciplinare il Brunello può essere immesso sul mercato soltanto cinque anni dopo la vendemmia, al rosso invece basta un anno
Il legno: se questo è sempre presente nel Brunello, per il Rosso non vi è alcuna indicazione di utilizzo. Anzi non sono poche le etichette che scelgono altri tipi di contenitore, se non solo acciaio e bottiglia.
All’assaggio: vivace e fresco il Rosso, dal colore porpora e talvolta ancora violaceo, godibile e meno votato alla potenza e alla corposità; nel Brunello il porpora vira verso il rubino, ha profumi intensi e importanti note terziarie che richiamano le spezie.
“Non è figlio di un Dio Minore” parola di Michele Fontana, Direttore Consorzio del Vino Brunello di Montalcino
ra i fautori dell’evento “Red Montalcino” c’è Michele Fontana, direttore del consorzio che rappresenta entrambe le denominazioni ilcinesi. I tempi ormai erano maturi per sdoganare il Rosso dall’idea di “figlio di un Dio minore” rispetto al Brunello e così ecco nascere l’evento a lui dedicato: “Lo riproporremo sempre tra maggio e giugno – spiega Fontana – perché molte aziende hanno fatto fatica a presentare la 2020 a novembre scorso insieme alle anteprime del Brunello, non essendo ancora un vino pronto. E poi la primavera è la stagione più adatta a questa tipologia di vino che si beve bene all’aperto, anche a una temperatura più fresca, in contesti di convivialità. Red Montalcino vuole essere un evento più consumer oriented, ecco perché, a differenza che per il Brunello, qui non c’è un numero chiuso per gli accessi. Puntiamo a un sabato di grande festa”. I numeri in effetti sono quelli da grande happening, con 80-100 aziende partecipanti che presenteranno l’ultima annata in commercio, la 2020, e in più qualche vintage del passato.
Le cifre del Rosso di Montalcino sono in lenta ma costante crescita. Gli ettari dedicati sono circa 500 – a fronte però degli oltre 2000 per il Brunello – e rimane un vino ancora prodotto spesso per declassamento della Docg. “Ma le cose stanno cambiando – sottolinea il direttore – la Doc paga lo scotto della possibilità per la denominazione di Montalcino, prima volta in Italia, di produrre due vini dalle stesse vigne e dalle stesse uve. Oggi molti produttori destinano invece vigne e uve al solo Rosso e ciò è possibile grazie alla grande eterogeneità dei vigneti e dei terreni che abbiamo a Montalcino. A livello produttivo parliamo di 4/4,5 milioni di bottiglie l’anno. Anche commercialmente abbiamo canali diversi: se il Brunello va fortissimo all’estero – con Usa in testa – il Rosso funziona soprattutto in Italia, che è poi anche il mercato per il quale è stato pensato. Altra differenza importante è ovviamente il prezzo, dove la Doc si attesta intorno agli 8 euro franco cantina. Parliamo ovviamente di ricavi non paragonabili, con 35 milioni di euro con il Rosso, 180 milioni di euro con il Brunello”.
Cosa accadrà a Red Montalcino sabato 11 giugno
l programma dell’evento si aprirà con una presentazione al Teatro degli Astrusi di Montalcino, in cui saranno premiati gli Ambasciatori del Rosso di Montalcino: Matteo Bernardi, sommelier de Le Calandre, Andrea Menichetti del ristorante Caino e Pascal Tinari, sommelier di Villa Maiella.
A seguire una tavola rotonda con interventi, tra gli altri, di giovani produttori del territorio, che racconteranno la forza di questo prodotto e il loro rapporto – quali nuove generazioni di vignaioli – con un iconico brand territoriale come quello di Montalcino. Nel pomeriggio di sabato, le aziende si presenteranno a visitatori e ospiti con una degustazione presso il Chiostro del complesso museale di Sant’Agostino. La serata si concluderà con una cena realizzata in collaborazione con Food for Soul, all’interno delle mura della scenografica Fortezza del borgo, e ispirata al progetto ‘Refettorio’ dell’organizzazione no profit.