Per me un analcolico, grazie.

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Il trend delle bevande low e zero alcol sta vivendo un momento d’oro sui mercati internazionali. Scelte salutari, la moda dell’aperitivo e il consumo da parte dei più giovani sono alcuni dei motivi di questo boom.

di Francesca Lorenzoni

C’è fermento sul versante delle bevande zero e low alcol. I dati di IWRS Drinks Market Analysis fotografano sempre più interesse dei consumatori verso questo settore e una “tendenza analcolica” in netto rialzo. Stati Uniti, Francia, Regno Unito sono i mercati che più di tutti hanno registrato dati interessanti e una crescita del volume a due cifre tra 2020 e 2021, il solo mercato USA ha registrato per il 2021 una crescita del +20%.

Una tendenza questa che ancora stenta a prendere piede nel nostro paese, ma che altrove traina verso nuovi lidi le scelte dei consumatori. In Francia, per esempio – ma anche in Australia seppure in misura minore – si è fatta evidente la dicotomia tra prodotti di fascia e qualità piuttosto bassa, già presenti sul mercato da qualche anno, e una nuova serie di recenti uscite con prezzi e qualità più alti, che mirano dunque ad attrarre e fidelizzare i consumatori. Un trend che sta investendo non solo il mondo del vino e delle birre ma anche quello degli spirits e della mixology.

In Francia ci sono segnali che gli spirits analcolici di nuova generazione stanno reclutando nuovi consumatori e lo fanno in base alla qualità dei prodotti – afferma Jason Holway, analista di mercato di IWSR – In particolare i giovani che hanno legalmente raggiunto l’età per bere scelgono principalmente marchi analcolici di nuova generazione non perché privi di alcol, ma per ciò che rappresentano: ingredienti di qualità, nuove esperienze sensoriali e buon gusto“.

L’aperitivo

La tradizione italiana dell’aperitivo oramai ampiamente sdoganata e riconosciuta in tutto il mondo ha certamente preso parte a questa rivoluzione. Drink a basso contenuto alcolico da consumarsi non solo la sera, ma anche durante il giorno sono diventati ormai un appuntamento sempre più frequentato da molti in giro per il mondo. Un’occasione di consumo ma anche e soprattutto uno stile di vita, un modo di socializzare e prendere parte ad un rituale collettivo che riscuote sempre più consenso.

Sarah Campbell, direttrice della ricerca presso IWSR riscontra infatti che “la domanda di analcolici è forte da parte di quei consumatori che vogliono prendere parte al rituale del consumo sociale senza l’elemento alcolico“.

martini floreale e vibrante
Martini Floreale e Martini Vibrante

Non a caso negli ultimi anni sulle bottigliere di molti bar sono comparsi nuovi prodotti completamente analcolici adatti anche alla miscelazione come, per esempio, la gamma di distillati alcol free Seedlip o i Martini Floreale e Vibrante, due veri e propri spin off della storica casa torinese. Oramai dunque la possibilità di prendere parte a quello che è diventato un vero e proprio rito sociale collettivo lascia ai consumatori ampia scelta anche per quanto riguarda la gamma di bevande e cocktail senza alcol.

seedlip La linea di spirits analcolici Seedlip

La scelta salutare: nuovi ingredienti

Ricordate quella vecchia pubblicità anni ottanta che suggeriva di mangiare “zucchero che è pieno di vita e fa bene al cervello”? Quanto è straniante oggi – al di là della qualità estetica oramai vetusta e a tratti ridicola del video – rivedere questo genere di pubblicità? Ma soprattutto: quanto chiunque di noi trova oramai assurdo inneggiare pubblicamente al consumo di zucchero?

Ecco, questo piccolo test brutalmente empirico per provare a considerare quanto profondamente sia cambiato il nostro rapporto con l’alimentazione, quanto, soprattutto in questi ultimi anni, ci sia stata un fortissima inversione di tendenza e una spinta globale ad orientare i consumatori verso scelte qualitativamente migliori e alimenti più salutari. Senza voler entrare ulteriormente nel merito della questione è facile a questo punto intuire come e perché anche il consumo di alcol sia diventato argomento di discussione. E di conseguenza come e perché il mercato delle bevande low e zero alcol abbia trovato terreno fertile e persone sempre più interessate, soprattutto da quando hanno iniziato ad essere utilizzati ingredienti innovativi come adattogeni, probiotici, antiossidanti e altri ingredienti di origine naturale.

Negli Stati Uniti il marchio Recess ha recentemente lanciato una limited edition del cocktail Margarita in versione Zero Proof, una bevanda con cannabis e adattogeni infusiAplos, altro brand di bevande che utilizza questi stessi ingredienti, pubblicizza i suoi prodotti come “la maniera naturale di rilassarsi, senza gli effetti negativi dell’alcol”.

Beyond-Hemp
Le acque australiane Beyond Hemp

In Australia nel febbraio 2021 è uscita Beyond Hemp un’acqua frizzante, in formato ready to drink, infusa alla cannabis e pubblicizzata come un toccasana per “ripristinare, equilibrare e reidratare”, mentre, ancora, la UpFlow Brewing&Co produce una linea di birre analcoliche pensate come integratori per lo sport addizionate con elettroliti.

Prospettive di crescita

Per l’alcol occorrono licenze per la somministrazione, raggiungimento dell’età legale per l’acquisto ed il consumo, adempimenti burocratici, accise, dogane e legislature specifiche nei singoli paesi in cui si esporta. Nulla di tutto questo naturalmente riguarda le bevande analcoliche che possono approfittare di una platea di giovani e giovanissimi e di piattaforme mondiali di e-commerce.

Adam Rogers, Direttore delle ricerche IWRS per il Nord America sottolinea che “negli States il numero di rivenditori di bevande analcoliche sta crescendo. Questi includono piattaforme di e-commerce, alcol free bar e negozi al dettaglio nelle principali città. I prodotti analcolici possono essere venduti ovunque senza restrizioni, anche on-line attraverso i grandi rivenditori come Amazon. Al contrario, la vendita di alcolici tradizionali rimane largamente limitata ai principali rivenditori specifici”.

Le previsioni sono rosee per questo settore che sembra essere solo all’inizio del suo boom. Resterà da osservare come verranno sviluppati nuovi prodotti, quali ingredienti e quali nuove tecnologie produttive verranno applicate e dove questo trend metterà radici, se è destinato a rimanere un fenomeno lontano dai nostri confini o se anche da noi troverà terreno fertile per un’importante futuro sviluppo.

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