La nostra inchiesta esclusiva sui trend e le sfide commerciali dei prodotti pregiati, attraverso le voci dei principali produttori italiani ad OperaWine (2a puntata)
di Camilla Rocca
A Opera Wine, la kermesse organizzata da Wine Spectator in collaborazione con Vinitaly, ci ha portato a discutere con diversi produttori sulla cultura del vino, sulla sostenibilità ad ampio raggio, ambientale, economica, territoriale: le nuove generazioni, figlie della crisi economica, sono più consapevoli degli impatti devastanti del cambiamento climatico e più attente e interessate a questi temi. Come riuscire a coinvolgere maggiormente le nuove generazioni in un mercato, come quello dei fine wines, che è apprezzato da un target sempre più old (e old style). Le nuove generazioni sono sempre più attente al bere con consapevolezza, non puntano alla quantità, consapevolezza che si indirizza a vini più legati al territorio e con profili riconoscibili, creati con passione. Ma anche sostenibilità e responsabilità sociale sono parole d’ordine per attrarre i giovani consumatori. La comunicazione e il marketing sono fondamentali per raggiungere una generazione cresciuta con le tecnologie digitali: bisogna utilizzare piattaforme digitali e social media per presentare i prodotti e promuovere esperienze enogastronomiche, con eventi pubblici e informali e proponendo esperienze, la Generazione Z e i Millennial rinunciano anche a oggetti e cose materiali, pur di fare esperienze. E non è mancato tra gli argomenti l’enoturismo, l’esperienza che fonde la degustazione delle produzioni vinicole locali alla visita dei luoghi e dei territori di produzione, alla conoscenza della cultura, delle tradizioni e alle persone del luogo.
“Per valorizzare l’enoturismo è importante coinvolgere i giovani sommelier che sono il futuro, formarli e informarli adeguatamente, incuriosirli soprattutto” racconta Cinzia Merli dell’azienda vinicola Le Macchiole, “ma soprattutto portarli in tour in cantina per conoscere le realtà locali e per incontrare ragazzi della stessa età, ragazzi con i quali poter parlare un linguaggio univoco e più facile da comprendere, una condivisione di idee delle future generazioni.”
“Per noi è fondamentale coinvolgere il cliente nella realtà produttiva, non solo con la mera degustazione, ma anche con visite nei luoghi e nelle cantine produttive, e qui far assaggiare il prodotto, e spiegarlo, rendere l’ospite partecipe di tutto il processo” racconta Arturo Ziliani di Berlucchi. “Per questo è fondamentale far venire i clienti in Franciacorta presso le nostre tenute. Far conoscere agli ospiti il territorio, il lavoro dei consorzi e delle cantine, una conoscenza non solo puntuale ma che si sviluppi nel lungo periodo. Un lavoro che richiede costanza ma che porta i suoi frutti, e il nostro Consorzio sta puntando proprio su questo.”
“Per far crescere l’enoturismo l’accoglienza è fondamentale, è utile per far capire all’ospite il lavoro che c’è dietro l’organizzazione e la produzione e questo contribuisce quindi a valorizzarlo” ci racconta Caroline Walch dell’azienda vinicola Elena Walch. “Dal mio punto di vista magari sarebbe utile organizzare qualche location più accattivante, più attrattiva per il turista appassionato, qualcosa che lo invogli a venire, a visitare e conoscere. I vini di grande qualità esprimono un taglio chiaro di cosa vogliono raccontare del territorio e non hanno contrazioni di mercato. La cultura della degustazione è fondamentale, è la porta che apre all’ospite la conoscenza del vino, ma perché questa conoscenza sia completa e valida è necessario portare gli appassionati sul territorio di produzione.”
Alla domanda Nadia Cogno dell’Azienda Agricola Elvio Cogno risponde così: “I gusti cambiano, come cambiano le mode. Le nuove generazioni hanno standard diversi dalle vecchie. Nuovi linguaggi e nuovi strumenti di visione del mondo, anche di quello vinicolo. Personalmente sono convinta che il Barolo, che era veramente tenuto in grande considerazione fino a qualche anno fa, ora risulti tra i giovani quasi fuori moda, relegato alle grandi occasioni. Lo stile è “superato” perché i giovani cercano vini più vibranti, che non diano troppo da pensare, più beverini e facili. Per questo stiamo puntando su Barolo Cascina Nuova, un vino democratico, sia per ragioni economiche, sia come bevibilità, aiuta ad approcciare i giovani a giusto prezzo, giovani che per ragion di cose non hanno un’alta capacità di spesa. E il motto è, e deve essere, bevi meno ma bevi meglio. Ovviamente uno delle quattro tipologie di Barolo che offriamo in azienda, con target completamente diversi. Abbiamo scelto questo per i più giovani, senza sovrastrutture o tannicità importanti.”
“Bisogna avvicinare sempre più il consumatore alla realtà produttiva non solo al prodotto finito. Riteniamo necessario organizzare tanti eventi, degustazioni, kermesse che portino i giovani ad avvicinarsi alle singole attività, ad esempio ai bar” racconta Antonio Moretti di Feudo Maccari (ma anche proprietario di altre aziende come Tenuta Sette Ponti, Orma Bolgheri, Poggio al Lupo e Contrada Santo Spirito di Passopisciaro). “Solo così il consumatore può comprenderne il valore, sentendosi parte di questa realtà e conoscendola dall’interno e non solo dall’esterno come occasionale avventore”.
“Dobbiamo lavorare sui giovanissimi e giovani in termini di cultura del vino. Risulta interessante come negli ultimi sondaggi, dai 18 ai 35 anni il vino viene spesso considerato come un’eccellenza del Made in Italy, quindi in generale raggiungiamo un concetto alto, ma questo spaventa” racconta José Rallo di Donna Fugata. “Dobbiamo imparare a non essere troppo autoreferenziali, a usare troppi tecnicismi. Il target giovane richiede un contatto interattivo, di vivere il vino nel luogo più adatto, come l’enoturismo, dove l’accoglienza è calorosa e conta poco la tecnica ma viene valorizzato l’abbinamento al vino e l’esperienza multisensoriale. Per esempio spesso proponiamo in cantina delle degustazioni abbinate a brani musicali. Da sempre comunichiamo i nostri vini attraverso etichette d’autore evocative”.
Camilla Rocca
Una passione per il mondo del vino che parte dalle origini, si è allargata all’enoturismo e ai racconti delle persone, di quei volti, quelle mani, delle storie che sono dietro alla vigna