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Il vino Moldavo aspira al mercato europeo

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La lunga tradizione vitivinicola delle Repubblica Moldava, che vanta investimenti importanti pari a 330 milioni di euro, guarda all’Europa nel tentativo di mitigare gli effetti della guerra russo ucraina.

di Giovanna Romeo

Per chi ha avuto la fortuna di visitare la Moldavia, repubblica collocata a sud est dell’Europa, geograficamente disegnata proprio come la forma di un grappolo d’uva e posta nel bacino del Mar Nero tra Ucraina e Romania, è facile comprendere cosa significhi subire un embargo russo e di come sia necessario, oggi più che mai, guardare all’Europa da un punto di vista vitivinicolo-commerciale. La Repubblica Moldava è un luogo ricco di storia e di tradizioni popolari legate alla produzione del vino, un luogo dove la vite ebbe origine. Collocata alle latitudini più idonee, gode di un clima continentale e di rilievi vocati per una viticoltura di qualità.

La guerra, distante solo cinquanta chilometri, spinge oggi le grandi aziende come Château Purcari e i giovani vignaioli a cercare un posizionamento europeo, soprattutto sul mercato rumeno, come riporta in un articolo La Revue Du Vin De France. Sofferente per la perdita dello slancio enoturistico degli ultimi anni antecedenti al Covid, la Moldova, territorio grande quanto il Belgio, ferocemente maltrattata dalle vicende storiche e consapevole della sua tradizione commerciale verso la Russia, prova a sviluppare legami commerciali con l’Unione Europea, un passo che Bruxelles ha reso più rapido grazie alla revoca dei dazi doganali. suggellando nel 2014 con la capitale Chisinau, un accordo bilaterale di libero scambio per i prodotti vitivinicoli. Se il futuro è in Europa è bene sapere che la stessa vuole qualità.

Bisogna precisare che l’allontanamento dal mercato russo è però antecedente alla guerra russo ucraina. Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura nel 2021 la Russia rappresentava solo il 10% delle esportazioni di vino moldavo (8,63 milioni di litri), rispetto a oltre l’80% nei primi anni 2000. Allo stesso tempo, la Moldova ha consegnato più di 120 milioni di litri nei paesi europei vincendo medaglie in competizioni internazionali.

Prima dell’embargo del 2006, il Paese non conosceva tuttavia il termine “diversificazione del mercato”. Politicamente è sempre stata una repubblica stretta tra due poli economici che ne hanno condizionato la crescita e lo sviluppo. Un’economia vincolata dal governo dell’Unione Sovietica, per la quale divenne il più grande produttore ed esportatore di vino, contrapposta al desiderio e all’attrazione d’integrazione del paese verso l’Europa. Momenti di oblio dovuti all’embargo sull’importazione di vino decretato nel 2006, hanno ulteriormente ritardato la modernizzazione del settore vinicolo che arriverà solo dopo il 1991, anno in cui venne proclamata l’indipendenza.

Oggi la Moldova esporta quasi 68 milioni di bottiglie all’anno in più di 70 Paesi, afferma Sergiu Gherciu, segretario di Stato all’Agricoltura. Per il prestigioso Château Purcari, che domina il mercato, questo spostamento è stato accompagnato da posizioni politiche contro l’influenza russa.

L’effetto del conflitto russo ha comportato fortunatamente un impatto minimo a causa della debolezza delle transazioni con la Russia. Al contrario, il mercato del vino ucraino, che era in piena espansione e rappresentava il 4% delle vendite dell’azienda, è crollato. Fondamentale è stato il blocco del porto di Odessa che ha causato grossi problemi logistici, complicando le esportazioni soprattutto verso l’Asia.

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