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L’inclusività del concetto di blend

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Il clima che cambia, le vendemmie indirizzate a ottenere vini quasi opposti da poter assemblare, l’essenza del terroir per il valore del blend e la sua continua evoluzione. La testimonianza della lunga esperienza di Mas de Daumas Gassac.

di Giovanna Romeo

Mescolare, miscelare, valorizzare ogni singola identità in un taglio non sempre equo in termini di percentuale di partecipazione delle uve, ma certamente di forte dignità e identità. Stiamo parlando di blend, un concetto che assume forse una connotazione meno purista rispetto alla forza della vinificazione monovitigno. Il termine fa riferimento all’operazione enologica con la quale si uniscono le diverse varietà al fine di ottenere un taglio unico; per taglio si intende la miscelazione di vini o mosti di diversa provenienza, varietà, vendemmie. Tagliare il vino è un’operazione antica ma soprattutto è una vera e propria arte. Se la viticoltura del nord si è espressa solitamente con l’uso dei vitigni in purezza, sono i luoghi del mediterraneo a preferire la pratica del blend, anche se i cambiamenti climatici stanno rimettendo tutto in discussione.

Esempi straordinari e di successo ce ne sono molti, iniziando dalla Francia con il celebre taglio bordolese, passando a Châteauneuf-du-Pape, un territorio meraviglioso nella Valle del Rodano e un AOC che produce bianchi e rossi (quest’ultimi possono essere prodotti con 13 diverse varietà di uve), fino alla pluralità del Midi francese con la Languedoc di Mas de Daumas Gassac che dagli anni ’70 (gli esordi), ripropone vendemmia dopo vendemmia un blend di circa 40 varietà tra autoctoni e non. Aimé Guibert e sua moglie Véronique, gli attuali proprietari, acquistarono nella campagna dell’Hérault una splendida casa di famiglia situata nel cuore di una valle selvaggia attraversata dal fiume Gassac. La proprietà apparteneva alla famiglia Daumas.

Mas de Daumas Gassac possedeva già un terroir unico, con il potenziale per produrre un vino rosso eccezionale, grazie alle sorgenti sotterranee di acqua fredda e all’influenza dei massicci circostanti di Arboussas e Larzac. Il microclima della valle è favorevole alla vite, i suoli di arenaria glaciale accumulata dai venti durante le glaciazioni sono molto simili a quelli della Borgogna. Il terreno è povero e ben drenato, le radici possono scendere in profondità fino a trovare adeguato nutrimento; nessuno stress per la vite e risultati superbi. L‘Alta Valle del Gassac, culla di questo eccezionale terroir, beneficia anche di un microclima fresco che corrisponde a un’altitudine di circa 500 metri. Di notte l’aria scende dall’altopiano di Larzac (850 metri nell’Alta Valle del Gassac), mantenendo una condizione ottimale sia di notte che di giorno.

Riconosciuta e apprezzata in oltre 70 paesi in tutto il mondo, Mas de Doumas Gassac con un’area di 50 ettari di proprietà e oltre 50 parcelle in un contesto di 1000 ettari di foresta, esprime da oltre 40 anni (1978) la filosofia del visionario Aimé Guibert nelle selezioni Mas de Doumas Gassac e Moulin de Gassac (da conferitori locali). Quaranta varietà diverse, nessun clone, solo vecchie vigne e basse rese, un’enorme ricchezza organolettica. Una sorta di vigneto museo che parla il linguaggio di uve come Cabernet Sauvignon (in forma non clonata, come cresceva nel Medoc prima del 1914), Petit Manseng, Viognier, Chenin della Loira, Chardonnay della Borgogna, Syrah, Tannat,Merlot, Cabernet Franc, Malbec, Pinot Noir, e poi Barbera, Dolcetto, Nebbiolo, Arenie, Bastardo, Saperavi,Plavac Mali, Souzon e molti altre varietà dimenticate provenienti da Madeira, Portogallo, Svizzera e altro ancora, paesi rappresentati dai rispettivi vitigni: Bourboulenc, Marsanne, Roussanne, Petit Courbu, Muscat Ottonel, Muscat Petit grain, Muscat d’Alexandrie, Gros Manseng, Semillon( Francia), Neherleschol (Israele), Petite Arvine, Amigne (Svizzera), Sercial de Madère (Portogallo), Khondorni, Tchilar (Armenia), Albarino (Spagna), Falanghina, Fiano, Grechetto Todi (Italia).

Parliamo di grandi vini, di rispetto per l’essenza stessa del territorio e la sua biodiversità, di autenticità, di interpretazioni che senza alcun dubbio esprimono l’anima e il terroir di Gassac. Un blend, o meglio un taglio, di inclusività che tiene conto di annate, vendemmie, in un’evoluzione costante ma sempre alla ricerca dell’equilibrio perfetto dove ogni singola varietà non perde le proprie peculiarità ma emerge nella complessità e nell’eleganza che da sempre contraddistinguono i vini di Mas de Daumas Gassac.

Foto di copertina: Ingresso a Mas de Daumas Gassac

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