Sauternes_Château_d'Yquem

Il Sauternes si reinventa per sedurre ancora

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Di fronte al calo delle vendite iniziato due decenni fa, il vino più nobile di Francia si ripropone aprendosi alla mixology.

Il Sauternes ancora una volta va oltre le mode e le tendenze. Al centro di una crisi ventennale dovuta al crescente disinteresse verso i vini dolci, che ha visto nel tempo anche un sensibile calo delle vendite, il Sauternes, il delizioso vino ottenuto grazie all’azione di un fungo, la Botrytis cinerea che popola il vigneto generalmente in settembre e in particolari condizioni climatiche origina la muffa nobile, si reinventa prendendo le distanze dall’immagine stereotipata di bianco dolce di Bordeaux. Per catturare l’attenzione di una nuova platea di consumatori avidi di acidità, freschezza e un consumo “by the glass” lontano dagli abbinamenti classici con Roquefort, ostriche e foie gras, il Sauternes si apre alla dimensione pop della mixology. A moderne composizioni immaginate dai bartender, ai banconi glamour dei cocktail bar, a creazioni proposte e distribuite dalle stesse proprietà. 

A riprova che la voglia di rispolverare l’immagine della denominazione è forte, alcuni tra i più prestigiosi Premier Grand Cru Classé come Lafaurie- Peyraguey sono serviti in cocktail come lo SweetZ, al bar-terrazza dello Château. Un nuovo approccio dunque, un modo più attuale per raggiungere una popolazione che altrimenti non avrebbe interesse per il Sauternes. E nonostante vi sia chi lo ritiene un sacrilegio, desacralizzare il momento del consumo del Sauternes è senza dubbio fondamentale. Non si sa mai che i nuovi consumatori di oggi, possano essere i consumatori di Sauternes di domani nella sua versione più pura.

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