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I nativi d’America producevano vino

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La scoperta fatta da alcuni ricercatori della Wichita State University in Texas: gli indiani d’America avrebbero avuto familiarità con il vino prima dell’arrivo degli europei.

Americhe. Le indagini si sono concentrate su residui chimici di ceramiche presenti in sei siti. Qui sono state rinvenute tracce di bevande contenenti soprattutto caffeina ma anche presenza di vino ottenuto da uva. “Sono incredibilmente entusiasta di questo rinvenimento. È una scoperta nuova di zecca sui nativi americani, in particolare su ciò che bevevano più di 500 anni fa”, ha affermato la dottoressa Crystal Dozier, archeologa e professoressa presso la Wichita State University.

I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Archaeological Science. Le incursioni di Dozier sulle origini del vino americano sono iniziate con ricerche precedenti che suggerivano come le popolazioni indigene, in quello che oggi è lo stato del Texas, si riunissero per banchettare, lasciando alle loro spalle diverse suppellettili. Sono stati esaminati così cinquantaquattro frammenti di ceramica scoperti nei sei siti dell’era Toyah. L’analisi chimica ha rivelato prove di una bevanda contenente caffeina in alcuni campioni, e in altri, acido tartarico e succinico, entrambi comunemente presenti nell’uva. Dozier ritiene che le bevande siano state preparate e servite in occasioni speciali o cerimoniali, basate sull’uso di vasi di ceramica. “Questa è la prima prova archeologica, basata su indicazioni chimiche, che attesta la produzione vinicola autoctona nelle Americhe, sebbene non sia certamente conclusiva”, hanno scritto i ricercatori. La ricercatrice prevede di utilizzare l’analisi del DNA per scoprire quali uve siano state utilizzate: “Potremmo così dire se i nativi americani producessero vino rosso o bianco”, conclude l’archeologa.

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