vecchie viti

GTD, all’orizzonte soluzioni contro le malattie del legno della vite

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Un team internazionali di studiosi, con capofila l’università di Amherst, ha individuato i meccanismi di attacco di gruppi di funghi patogeni. Al vaglio anche le cure

Sono un corpus di malattie del legno della vite e sono conosciute come GTD, attaccano il tronco della pianta tramite un complesso di funghi patogeni ed è una delle piaghe più diffuse tra i vigneti di tutto il mondo. Si è sempre saputo che la causa è legata a un gruppo di malattie fungine, ma non si era ancora capito quale fosse la dinamica di questi attacchi. Con oggi si sa qualcosa in più.

Di recente un team di ricercatori guidati dall’Università del Massachusetts Amherst, ha annunciato il rilevamento di un meccanismo che rende chiaro il modo in cui gruppi di funghi patogeni lavorano di concerto su una pianta di vite, causandone la morte. Le GTD possono arrivare a devastare fino al 30% delle viti in un singolo vigneto ogni anno e in genere attaccano le viti più vecchie.

I funghi che causano GTD entrano nel sistema della vite attraverso ferite di potatura e, una volta stabiliti, sviluppano un cancro che si espande gradualmente, disfacendo la parte legnosa della vite dall’interno verso l’esterno, uccidendo così la pianta. La domanda che il team di studiosi si è posta è: come fa un consorzio di funghi a sfaldare una struttura cellulare così robusta come quella di una pianta di vite?

In particolare, Barry Goodell, professore di microbiologia presso UMass Amherst, insieme a colleghi e studenti anche di altre università (partecipa anche quella di Firenze) ha scoperto che alcuni dei funghi che causano la GTD producono diversi tipi di piccoli composti che vengono rilasciati nel legno della vite. Uno di questi composti è responsabile della riduzione del ferro. “Ma non è tutta qui la storia – aggiunge Goodell – abbiamo anche scoperto che esiste un’altra serie di composti prodotti da altri funghi, bravi a produrre perossido di idrogeno, il quale, a contatto con il ferro, rilascia una miriade di radicali dell’ossigeno che danneggiano il tessuto legnoso provocando una malattia quasi simile al cancro“.

In breve, diversi funghi, ciascuno dei quali produce uno una tipologia di composti, hanno capito come riunirsi, mescolare le rispettive sostanze chimiche e usarle per danneggiare le pareti della vite. Una volta che queste sono state violate, i funghi possono banchettare con il fluido zuccherino che un tempo costituiva la struttura cellulare a supporto della crescita della vite.

Fortunatamente – sottolinea ancora il ricercatore –  una soluzione pare ci sia ed è a base di antiossidanti e chelanti a bassa tossicità. Spesso aggiunti ai prodotti alimentari per preservarne la freschezza, interrompono anche la produzione di ferro ridotto e perossido di idrogeno. Eliminano inoltre i radicali dell’ossigeno prodotti dai funghi. “In più – aggiunge Goodell – ci sono alcuni batteri e funghi selezionati che producono questi composti antiossidanti e chelanti. La nostra ricerca mostra che potremmo essere in grado di gestire e fermare le GTD attraverso trattamenti di ‘biocontrollo’ aumentando la presenza naturale di questi organismi antagonisti sulle viti“.

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