Il futuro del fine wine: tradizione, innovazione, mercati alternativi e nuovi target

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Il nostro esclusivo approfondimento sui trend e le sfide commerciali dei vini pregiati, attraverso le voci dei principali produttori italiani ad OperaWine

di Camilla Rocca

A OperaWine, l’evento esclusivo organizzato da Veronafiere e Vinitaly, in collaborazione con Wine Spectator, abbiamo intervistato i produttori che sono considerati l’eccellenza del Made in Italy per il pubblico americano. E proprio dagli Stati Uniti gli ultimi dati dimostrano come oltre il 37% del consumo di fine wines sia effettuato da consumatori over 60. Con un graduale decremento dei consumi delle nuove generazioni, generalizzato, dall’Europa all’America all’Asia. Quindi qual è, date le premesse, il futuro dei fine wines? Possibile che il futuro del vino sia animato solo da persone con buona disponibilità economica, con un consumo improntato a occasioni decisamente speciali o per collezionismo, o come bene rifugio? Un mercato che ha attualmente una flessione, stretto tra crisi e rallentamento congiunturale, e proprio di questo abbiamo voluto parlare con alcuni produttori di grandi aziende vinicole italiane.

“È un futuro non facile, un futuro sul quale è necessario lavorare” ci racconta Cinzia Merli dell’azienda vinicola Le Macchiole “È fondamentale far conoscere le peculiarità delle singole aziende e soprattutto, al giorno d’oggi, farsi conoscere e far conoscere i propri prodotti sono elementi importanti per essere visibili e per creare interesse. Per raggiungere questo scopo bisogna investire e puntare sulla comunicazione.”

“Dobbiamo lavorare sui giovani in termini di cultura del vino” racconta José Rallo di Donna Fugata. “Bisogna far apprezzare il vino come eccellenza del Made in Italy. Noi cerchiamo di fare dei sondaggi soprattutto sul concetto di vino e cerchiamo di farli avvicinare a un bene di consumo che a volte spaventa e a volte rischia di essere troppo autoreferenziale o spiegato con troppi tecnicismi”.

Arturo Ziliani di Berlucchi si confida: “Il Franciacorta è solo all’inizio ma con un grande lavoro del Consorzio finalmente oggi siamo riusciti a farci conoscere anche all’estero. Il lavoro è ancora molto ma adesso il momento è positivo non solo per il mercato consueto ma anche per la fascia dei consumatori under 30, che rappresenta la nuova Italia delle bollicine”.

“La nostra azienda vende in oltre 70 paesi del mondo e in ognuno c’è un approccio diverso al mondo del vino” racconta Caroline Walch dell’azienda vinicola Elena Walch. “Il mercato è vario ma abbiamo notato che nei paesi più nuovi dell’est europeo come Serbia, Slovenia, Repubblica Ceca, dove si sta assistendo a un forte sviluppo economico, maggiori prospettive di investimento e una grande crescita di disponibilità economiche, il consumatore spende ed è disposto a spendere, anche nel mercato dei vini pregiati. Forse sono quelli i nuovi mercati verso cui puntare”.

Dell’argomanto abbiamo parlato anche con Nadia Cogno dell’Azienda Agricola Elvio Cogno: “Mi auguro che il mercato dei fine wines non abbia un futuro solo per i super “ricchi”. Ho avuto modo di notare che nei giovani c’è molta preparazione e interesse nel campo dei vini e dei vini pregiati, non solo in Italia ma anche in altre parti del mondo.

L’attuale contrattura del mercato quindi non credo sia una crisi ma un fenomeno ciclico. Però è importante seminare bene oggi per arrivare al risultato sperato domani, lavorare bene e con impegno, investendo oggi energie che portino un domani i propri frutti.”

Alberto Cuseri Moretti di Feudo Maccari, Tenuta Sette Ponti, Orma Bolgheri, Poggio al Lupo, Contrada Santo Spirito di Passopisciaro racconta: “C’è una scissione tra l’avere passione e il non averla. Gli appassionati non hanno età… ma sono estremamente appassionati! È quindi fondamentale investire in questa parte di fruitori, rappresentano il futuro. All’estero le aziende lo hanno capito e fanno tanta formazione, come parole d’ordine hanno istruire e raccontare, e formare soprattutto. Al giorno d’oggi in Italia le aziende estere stanno prendendo sempre più spazio rispetto a qualche anno fa e questa concorrenza nel mercato sta causando un aumento dei prezzi. È importante cercare di fare formazione e informazione dell’assaggiare il vino. Bere il vino non deve essere un’azione a sé stante, il vino va bevuto per la qualità che possiede, non è cosa da bere tanto per bere. Bisogna godere del bere, assaporando il gusto del vino, percependo le sue caratteristiche. È importante fare analisi tecniche ma da sole non bastano, è importante un approccio naturale, meno tecnico, più easy”.

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Camilla Rocca

Una passione per il mondo del vino che parte dalle origini, si è allargata all’enoturismo e ai racconti delle persone, di quei volti, quelle mani, delle storie che sono dietro alla vigna

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