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Navi meno veloci, consegne di vino in ritardo

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La causa sarebbe l’approvazione di una legge nel settore marittimo che “punisce” le emissioni di carbonio delle navi da carico

Il trasporto marittimo internazionale delle bevande potrebbe subire un ulteriore rallentamento per una nuova legge dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) che richiede a tutte le navi di calcolare la propria impronta di carbonio annuale in base alle emissioni di ogni nave da carico. In pratica le compagnie di navigazione dovranno dimostrare che le loro emissioni stanno progressivamente diminuendo. Questo vorrà dire adeguare una gran quantità di imbarcazioni con tecnologie all’avanguardia in breve tempo, mentre l’opzione di gran lunga più semplice ed economica al momento è quella di rallentare la navigazione. Un calo del 10% della velocità di crociera infatti può ridurre il consumo di carburante di quasi il 30%.

La nuova legge arriva in risposta all’aumento delle emissioni di carbonio all’interno del settore marittimo registrato lo scorso anno, un dato che ha innescato richieste di impegno per l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Attualmente, solo il 5% circa della flotta mondiale però è in grado di funzionare con alternative al petrolio, mentre l’IMO spera, con quest’ultima sentenza, di poter arginare ulteriori danni all’ambiente e ai mari.

La notizia preoccupa le aziende produttrici di bevande che stanno già affrontando ritardi fino a due settimane a causa di container che languiscono nei porti a corto di personale.

Qualche mese fa, una speciale “mappa termica” aveva rivelato i porti che stavano causando i ritardi più lunghi nella catena di approvvigionamento: in testa ci sono Oakland e Los Angeles sul fronte occidentale, Shanghai e Ningbo in Cina.

 

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