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Low e NoAlcol futuro o moda passeggera?

Tempo di lettura: 6 minuti

Promessa, sfida, moda o cambiamento: il low/no alcol spopola tra i giovani. Oltre alla suggestiva ipotesi di un presente più leggero e senza eccessi, ci troviamo di fronte a un enigma: le incognite sulle implicazioni a lungo termine e l’opacità degli ingredienti nei prodotti sostitutivi degli alcolici. Emerge la necessità di una riflessione critica e approfondita per comprendere appieno implicazioni e conseguenze, soprattutto per il mondo vitivinicolo

Il Fatto Quotidiano - 26 marzo

Scintille al Festival della prevenzione Lilt: la biologa Antonella Viola critica il consumo di vino, suscitando il dissenso dell'immunologo Matteo Bassetti su X. La polemica si accende sulla dannosità del vino per la salute, con posizioni contrastanti tra i due esperti. "Il Mondo ci invidia la dieta mediterranea, le nostre tradizioni gastro-enologiche e il nostro vino – da consumarsi saltuariamente e con moderazione – E la Viola che fa? La brava immunologa padovana, che non mi risulta esperta di dietologia e nutrizione, predica digiuno intermittente e astinenza totale dal vino, bollandolo come la peggiore delle sostanze cancerogene".

Navigando Bargiornale

Bargiornale - 21 marzo

Più bolle, meno alcol. Al bancone le richieste dei clienti sembrano essere, sempre più spesso, queste. E in questa direzione guardano i barman, come dimostrano alcune proposte uscite da Identità Cocktail, la sezione dedicata al mondo della mixology di Identità Golose, congresso di alta cucina che si è svolto a Milano a marzo,. Giocando con le parole chiave dell'edizione 2024 della manifestazione: disobbedienza, innovazione, rivoluzione.

Rassegna stampa No alcol

Decanter- 12 marzo

I Millennials e la Gen Z stanno guidando un approccio più consapevole al vino e all’alcol in generale. Le nuove generazioni stanno rivoluzionando il settore vinicolo, abbracciando la moderazione, la sostenibilità e l'autenticità facendo sì che il consumo globale di alcol sia diminuito progressivamente negli ultimi tempi. La crescente consapevolezza dei rischi per la salute legati all'alcol ha spinto una tendenza verso la moderazione e l'astinenza. Allo stesso tempo, l'attenzione verso sostenibilità, provenienza e autenticità ha reso le nuove generazioni più selettive nelle loro scelte di consumo. Il cambiamento nei modelli sociali e culturali ha portato a una preferenza per il consumo di vino in contesti più intimi e informali, come a casa o in piccoli gruppi, anziché nei locali pubblici. Questi cambiamenti evidenziano una spinta verso la qualità piuttosto che la quantità, con i giovani consumatori disposti a spendere di più per esperienze di consumo significative e autentiche. In risposta a queste tendenze, l'industria del vino si sta adattando, cercando di comprendere meglio le esigenze e i valori delle nuove generazioni. Dalle pratiche sostenibili alla trasparenza nella catena di approvvigionamento, fino all'innovazione nei formati e nei gusti, le aziende vinicole stanno cercando di cogliere le opportunità offerte da questo nuovo scenario di consumo.

Gamberorosso - 11 marzo

Nel cuore del Prowein, la fiera internazionale del vino a Düsseldorf, l'apprensione per l'onda analcolica è palpabile. Tra i padiglioni, dall'Europa ad Oltreoceano, emerge una nuova consapevolezza sull'alcol. Tuttavia, gli assaggi zero alcol si rivelano disastrosi, con un'esplosione di zuccheri e note artificiali. L'interrogativo rimane: può un prodotto etichettato con uno zero essere davvero salutare? L'articolo prova a raccontare le sfide dietro questa tendenza emergente e la competizione con bevande analcoliche più interessanti e salutari.

Bargiornale- 17 febbraio

Etneco presenta Amaro Liborio, il suo ultimo prodotto, un distillato analcolico progettato per soddisfare il crescente trend "low/no alcol". Un tributo alle tradizioni siciliane, Amaro Liborio offre un'esperienza gustativa bilanciata e rinfrescante, perfetta per mocktail e momenti di convivialità sani. Questo analcolico incarna l'eleganza e la storia della Sicilia, regalando una degustazione autentica e senza compromessi.

Repubblica - 6 febbraio

Mentre l'Italia domina nel settore del "low alcohol", le imprese italiane non riescono a gestire pienamente questo mercato in espansione. Mentre gli USA, con il 28% vendite di prodotti italiani sotto i 7 gradi, rappresentano un'opportunità inesplorata. Una lacuna normativa ostacola ulteriormente l'innovazione: la dealcolazione del vino, pratica promettente ma attualmente vietata in Italia, potrebbe essere una soluzione commerciale significativa, ma l’assenza di impianti per la dealcolazione rallenta lo sviluppo del settore, con le aziende italiane che devono ricorrere a Francia e Germania per la produzione. A complicare il panorama anche problematiche di tipo doganale. Le aziende che dealcolano sono trattate come distillerie, incontrando ostacoli burocratici e doganali che limitano il loro sviluppo.

Cocktail con top di spumante

Cronache di Gusto - 6 febbraio

Il fenomeno del 'Dry January' ha colpito anche gli italiani, con il 22% della popolazione che ha scelto di astenersi dal consumo di alcol durante l'intero mese di gennaio. Tuttavia, dietro questa tendenza, emergono dubbi e criticità. Secondo il dottor Giorgio Calabrese, dietologo e nutrizionista, l'adozione del 'Dry January' potrebbe non essere così positiva come appare, poiché molte persone tendono a sostituire l'alcol con bevande gassate e zuccherate, che possono essere dannose per la salute. Quello che è certo è come l'importanza della moderazione e dell'educazione al consumo responsabile siano cruciali, soprattutto tra i giovani. I dati del Consumer Pulse Report di Cga by Niq mostrano un aumento dell'interesse nel ridurre o eliminare l'alcol, specie tra i giovani, e una crescente attenzione al benessere per il 2024, Il futuro del vino low e no alcol è incerto, ma certo è che il consumatore è sempre più attratto da questa alternativa, spingendo il settore a nuove sfide e opportunità.

Donna con bicchiere di vino

Wine News - 11 gennaio

Il declino dell'alcol: una tendenza in ascesa tra i consumatori di tutto il mondo, spinta da motivi salutistici, dietetici e precauzionali. Dal 'Dry January' ai prodotti low e no alcol, il mercato si evolve rapidamente, abbracciando anche il mondo del vino. Tuttavia, mentre cresce l'interesse per questi prodotti, emergono dibattiti su regolamenti e definizioni. Mentre in Italia si discute se il vino dealcolato possa mantenere tale denominazione, nel mondo si investe nell'innovazione, con tecniche di dealcolizzazione che preservano gusto e qualità. Il futuro del vino low e no alcol è incerto, ma certo è che il consumatore è sempre più attratto da questa alternativa, spingendo il settore a nuove sfide e opportunità." Italia, suscitando interesse soprattutto tra i giovani, più attenti a mode e tendenze.

Di pari passo con le adesioni cresce anche l'interesse scientifico sui suoi effetti a breve e medio termine sulle abitudini di consumo. Quello che è certo è che nonostante le incertezze, il Dry January continua a guadagnare terreno come una possibile strategia di moderazione, sollevando dibattiti su come affrontare il consumo di alcol e i suoi impatti sulla società contemporanea.

Dry January

Il post - 12 gennaio '23

Il Dry January, iniziativa nata in Inghilterra undici anni fa, ha catturato un’attenzione sempre maggiore nel tempo, oltre 130 mila persone hanno aderito nel 2022, offrendo una pausa dal consumo di alcol durante il mese di gennaio. Inizialmente promossa per iniziativa atta a contrastare gli eccessi delle festività, ha guadagnato sempre maggiore popolarità anche in Italia, suscitando interesse soprattutto tra i giovani, più attenti a mode e tendenze.

Di pari passo con le adesioni cresce anche l'interesse scientifico sui suoi effetti a breve e medio termine sulle abitudini di consumo. Quello che è certo è che nonostante le incertezze, il Dry January continua a guadagnare terreno come una possibile strategia di moderazione, sollevando dibattiti su come affrontare il consumo di alcol e i suoi impatti sulla società contemporanea.

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