Couple looking at wine bottle in grocery section at supermarket

Vino e Gdo, finito l’idillio?

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Stando ai dati dell’Iri le performance del vino tra gli scaffali della Gdo sono in decrescita in Italia come all’estero. Va meglio sui dati valoriali con un aumento del prezzo medio

Il vino non cresce più in Gdo. Dopo i risultati straordinari della Grande distribuzione organizzata nel periodo pandemico, le vendite di vino tra gli scaffali sembrano non riscuotere più lo stesso successo. A dirlo è l’Iri, l’istituto leader nelle ricerche di mercato, analisi, insight e piattaforme tecnologiche di supporto alla crescita delle aziende del largo consumo, “nel primo semestre 2022, le vendite complessive di vino in Gdo totalizzano 1,3 miliardi di euro, rispetto ai 1,4 miliardi del semestre 2021, con una flessione di quasi l’8%” fanno sapere dall’Istituto.

Calano le vendite sia di vino fermo che di bollicine, con il primo che supera di poco il miliardo di euro (1,04 mld) nei primi sei mesi 2022 contro 1,1 miliardi di euro nel 2021, mentre sempre nel primo semestre 2022, “ammonta a 270 milioni di euro la spesa per spumanti e champagne contro i 293,7 milioni di euro nel 2021. Il calo del volume complessivo è superiore all’8 per cento”.

Non pare andare meglio fuori dai confini nazionali, come rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato le statistiche sulla base di dati Nielsen delle performance del vino italiano tra gli scaffali di Usa, Germania e Regno Unito che registrano addirittura “un calo dei volumi in doppia cifra (-10,6%) sul pari periodo dello scorso anno, per un controvalore di 2,26 mld di euro (-8,1%).

Questa caduta libera non fa sconti a nessuno: sono infatti coinvolte tutte le principali denominazioni e tipologie in un settore che, nel top tre mercati, incide in media per il 70% delle vendite complessive di vino importato. Cede quote il Pinot Grigio e segna un meno 3 per cento, lasciando spazio ai neozelandesi del Sauvignon blanc. In difficoltà sono anche il Lambrusco e il Chianti, che vendono rispettivamente il 16% e l’11% in meno delle bottiglie commercializzate nel pari periodo 2021. Nelle fasce premium e luxury, in decrescita il Barolo (-6%), mentre viaggia bene il Brunello di Montalcino, che registra vendite in aumento del 30%. In discesa anche il Prosecco nel Regno Unito, mentre si assesta bene il Grillo siciliano in Germania.

Va meglio la performance sui valori che nei 12 mesi compresi tra marzo 2021 e marzo 2022 ha registrato un incremento del 17,8% rispetto a un anno prima. Il prezzo medio è salito, di conseguenza, del 12,4%. Anche se nel corso dell’ultimo mese di marzo si sono avvertiti i primi segnali di rallentamento dell’indice generale dei consumi. E, dunque, del commercio.

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