Nel paese del Dragone le etichette di lusso non paiono avere più grande riscontro. Tra le cause, la lotta alla corruzione e la chiusura verso Hong Kong. Crescono però altri mercati asiatici.
In una delle sue stime più cupe, Liv-ex, la piattaforma londinese per il commercio di vini pregiati, ha avvertito che, con la crescita economica in calo e le incertezze politiche della Cina, il paese del Dragone non offrirà alcun contributo al commercio mondiale del vino. Il terzo mandato del presidente Xi Jinping infatti non promette nulla di buono in termini di scambi di vini pregiati.
La continua chiusura delle frontiere con Hong Kong, il principale fornitore di etichette di lusso, è descritta come “senza dubbio la ragione principale” per cui i vini scambiati sul mercato secondario hanno subito un duro colpo quest’anno. Di conseguenza, scrive Liv-ex. “Molti di coloro che hanno tentato la fortuna in Cina all’inizio del 2010 hanno visto le loro speranze deluse. Come molti hanno notato, era ed è un mercato per coloro che adottano un approccio a lungo termine”. È infatti da questa data in poi che il paese asiatico ha messo in atto una forte repressione contro la corruzione e contestualmente è iniziato il crollo delle esportazioni australiane di vino.
Se Hong Kong è in difficoltà, non è detto che non si facciano avanti altri mercati asiatici promettenti. Secondo Liv-ex infatti è da tenere d’occhio Singapore, considerata un hub chiave per la base crescente di collezionisti nel sud-est asiatico. La sua stessa valuta è anche legata al dollaro USA, il che le dà una potente un potente vantaggio in un momento critico come questo.
Guardando agli altri paesi del Far East, la piattaforma londinese rileva come il Giappone continui a essere un mercato coerente e prezioso per la Borgogna e lo Champagne, mentre la Corea del Sud è emersa come uno dei mercati in più rapido sviluppo per i vini pregiati. Colpisce inoltre il drastico calo di interesse nei confronti di Bordeaux. Al culmine della domanda della famosa denominazione francese nel 2011, la regione rappresentava il 95,2% del commercio del mercato secondario in Asia.
Tuttavia, da allora (e in linea con altri mercati globali) la domanda è diminuita. Oggi rappresenta solo il 35,9% della richiesta asiatica (al 30 settembre 2022), osserva Liv-ex. Il grande beneficiario di questo cambiamento è stata la Borgogna, che è passata da meno del 5,0% degli acquisti in Asia dieci anni fa, al 37,3% di quest’anno.