Panorama Isola Vulcano, Therasia Resort

Un weekend sull’isola di Vulcano, tra spiagge, luoghi del gusto e cantine

Tempo di lettura: 6 minuti

Viaggio sull’antica isola sacra Hierà, consacrata a Efesto, per godere del suo fascino selvaggio, dei suoi scorci mozzafiato, delle sue prelibatezze e dei suoi iconici vini.

di Marco Colognese

Raggiungere le isole Eolie richiede un minimo di tempo per il viaggio, da ovunque si parta: è l’unico appunto di cui prender nota, ma non possono esistere pentimenti. Chi abita in Sicilia ci metterà solo un po’ meno: in ogni caso, quando ci si imbarcherà a Milazzo, il più sarà fatto e dopo una quarantina di minuti l’aliscafo approderà a Vulcano, l’antica isola sacra Hierà, consacrata a Efesto. È proprio qui che vogliamo suggerirvi di passare un weekend. Lungo, se possibile, perché quest’isola possiede un fascino selvaggio che va vissuto incontrandone ogni angolo. Ci si accorge subito che nell’aria c’è un odore intenso di zolfo che connota il primo impatto al Porto di Levante, tra fumarole e fanghi sulfurei, questo insieme ai suoi colori vividi che si mescolano in una combinazione del tutto unica. A dominare il paesaggio c’è l’imponente Vulcano della Fossa, il più grande tra i quattro dai quali l’isola si è formata. L’ascesa al suo cratere, che tra l’andata e il ritorno non chiede più di un paio d’ore partendo dal porto, regala uno spettacolo naturale a cui non si può rinunciare, che cambia prospettiva man mano che si sale, in un crescendo straordinario. Il dislivello di circa quattrocento metri – da percorrere con scarpe adeguate e una scorta d’acqua – e la fatica necessaria per superarlo sono ampiamente compensati da un panorama che non ha eguali e che si estende a tutte le Eolie nel loro incantevole splendore.

Therasia Resort
Therasia Resort

Luogo principe dove fare base per un’esperienza di altissimo livello, sotto ogni profilo a partire dal soggiorno, è il Therasia Resort a Vulcanello, condiretto da Umberto Trani (esperto gourmet e grande amante delle bollicine francesi) e Pierpaolo Tiretti. Per arrivarci si passa dalla spiaggia delle Sabbie Nere, dove l’acqua limpidissima e il contrasto con la sabbia lavica valgono la vista e naturalmente un bagno, così come vale la pena fare una passeggiata nella Valle dei Mostri, con le sue rocce vulcaniche che hanno assunto forme straordinariamente bizzarre e realistiche, quasi si trattasse di opere d’arte.

Therasia Resort
Therasia Resort

Quella che si spalanca agli occhi una volta varcato il cancello del Therasia (si può tradurre con terra calda) è una visione indimenticabile, tanto che ogni volta tornandoci sorprende ancora: spazia infatti su tutto l’arcipelago, con Alicudi e Filicudi più distanti, Lipari e i suoi faraglioni che sembra di toccarli tanto sono vicini, Salina, Panarea e Stromboli sullo sfondo dalla parte opposta. Per non parlare dei tramonti, anch’essi di stupefacente bellezza, che si possono ammirare seduti a tavola. E a proposito di tavola, veniamo a una peculiarità esclusiva di questo luogo. Grazie anche alla lungimiranza del suo management nel reclutare le persone giuste è infatti l’unico hotel in Italia ad avere due ristoranti (su quattro) ai quali è stata riconosciuta una stella Michelin, con filosofie gastronomiche nettamente differenti tra loro e altrettanto interessanti. 

chef Giuseppe Biuso
Chef Giuseppe Biuso
Chef Davide Guidara
Chef Davide Guidara

Il Cappero è lo storico fine dining guidato dall’executive chef Giuseppe Biuso, siciliano doc. Qui, accanto a una carta dei vini importante e non scontata che vanta oltre un migliaio di etichette e abbinamenti al calice che spesso prevedono i migliori vini eoliani, la cucina si esprime attraverso piatti di grande eleganza, sia estetica sia gustativa. Ne sono prova, tra gli altri, il gambero rosso servito con cavolo trunzo, pala di fico e aloe, carote al tosatzu e cuccìa croccante e il notevole risotto mantecato al Provolone dei Nebrodi con peperone, vongole e finocchietto selvatico. Riuscita l’idea a fine cena di far confezionare il dolce ‘su misura’ secondo i suggerimenti dell’ospite al pastry chef Gianluca Colucci.

Il Cappero, piatto
Il Cappero, piatto
Il Cappero, la brigata di cucina
Il Cappero, la brigata di cucina
Il Cappero, piatto
Il Cappero, piatto

I Tenerumi invece è nelle mani di Davide Guidara, campano, talento sopraffino in grado di valorizzare l’elemento vegetale esplodendone con sapienza ogni potenzialità oltre la semplice idea di cucina vegetariana e creando in ogni piatto quella che potremmo definire la concentrazione di un’armonica libertà di espressione. La grande tecnica del cuoco traduce ogni ingrediente in sublime, golosa immediatezza come nel caso dei fagioli dolci di Scicli cosaruciaru, crema di fondo di cottura, miso al pistacchio, olio al peperoncino e limone. A I Tenerumi è andata anche la stella verde, riconoscimento che enfatizza una particolare attenzione al tema della sostenibilità, i cui assi portanti qui sono sia il vasto orto che garantisce la maggior parte della materia prima sia la riduzione pressoché totale degli scarti attraverso il loro riutilizzo, oltre a un sistema di irrigazione che si basa sul ricircolo dell’acqua piovana. I piatti  vengono proposti in pairing con miscelati a bassissima gradazione alcolica nei quali si utilizzano sempre elementi vegetali, ma è a disposizione anche una carta dei vini tutta incentrata sulle bollicine.

I Tenerumi, piatto
I Tenerumi, piatto
I Tenerumi
I Tenerumi
I Tenerumi, piatto
I Tenerumi, piatto

A Vulcano non manca la produzione di vino, nel caso dell’agriturismo Punta Aria in località Punta Bandiera nella zona Sud dell’Isola, vicino a Gelso. Qui si può trovare un’eccellente Malvasia delle Lipari (si declina al femminile) in diverse versioni, frutto del progetto di Francangelo Pollastri che nei primi anni 2000 volle ridar vita a un luogo dimenticato ma che fin dai tempi dei romani era noto per la qualità delle sue uve, oltre che per le olive e i capperi. I vigneti sono impiantati proprio a ridosso del mare su terreni di origine (va da sé) vulcanica che regalano grande mineralità e si combinano alla forza e agli effetti del vento. Il lavoro è mirato al massimo rispetto della natura e le uve, prima di essere vinificate con grande cura e attenzione, vengono fatte appassire al sole o in fruttaio. Prima Espressione 2012 arriva da Malvasia di Lipari e una minima parte di Corinto Nero; la fermentazione avviene direttamente in barrique di rovere a media tostatura, così come l’affinamento per nove mesi, poi il vino sosta ancora in bottiglia. Di un intenso giallo ambrato, è profumatissimo, tra note di fichi secchi e albicocca: in bocca è pieno e sapido, molto elegante. A Punta Aria si può anche dormire in uno dei quattordici alloggi eoliani, alcuni dei quali a poche decine di metri dalla spiaggia del Cannitello, una magnifica caletta di fine sabbia nera. 

Punta Aria
Punta Aria

Soffio sulle Isole di Giuseppe Livio, artista di fama e vignaiolo, nasce nel 2009 sul Piano, una pianura molto fertile a 420 metri sul livello del mare. ‘O Chianu’ è un territorio denso di ferro e minerali con sabbia nera estremamente fine da cui sono nate le vigne che hanno dato vita alle prime due etichette nel 2012. Qualche anno più tardi vengono acquistati altri cinque ettari nella zona di Capo Grillo poco distante da lì, con un terreno ricco di zolfo, tufo, lapilli e terra rossa. L’etichetta che prende il nome dell’azienda stessa, con la riproduzione di un’opera di Livio che porta in primo piano Eolo è Soffio sulle Isole IGT Terre Siciliane. A base di Ciliegiolo in purezza, le uve vengono raccolte a mano la prima settimana di settembre. I grappoli subiscono la diraspatura e poi vengono pigiati in modo soffice e trasferiti in acciaio dove saranno macerati a freddo per ventiquattr’ore. Inizia poi la fermentazione alcolica che si completa con alcuni altri giorni di macerazione. La maturazione avviene in botti di legno per periodi differenti da un’annata all’altra; segue qualche mese di riposo in bottiglia. È un vino dal bel colore rubino che regala al naso note di frutti rossi e prugna. In bocca si ritrovano note fruttate, persistenza e una bella struttura.

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Soffio sulle Isole

Infine, un ultimo, semplice suggerimento gastronomico: dal Porto di Levante verso Piano si prosegue verso il borgo di Gelso. Da lì, con qualche curva, si arriva da Pina di Franco Maniaci, una trattoria che guarda sulla baia, con un piccolo molo e un faro in disarmo dove gustare piatti di pesce della tradizione fatti come si deve come ad esempio la pasta alla siciliana con salsa a base di erbette eoliane, finocchietto selvatico e capperi dell’isola, accompagnati da ottime verdure e da un calice di bianco isolano in un ambiente accogliente e informale.

Trattoria da Pina di Maniaci
Trattoria da Pina di Franco Maniaci

Foto Copertina crediti Therasia Resort.

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