Taormina

Taormina, Castelmola e Savoca, emozioni siciliane

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Discreta e un po’ inglese, Taormina è il luogo dove l’alba e il tramonto tolgono il respiro. Imperdibili Castelmola e Savoca, la quintessenza di una Sicilia dagli scenari incomparabili.

di Giovanna Romeo

In Sicilia ci si va e ci si ritorna. La discesa verso l’aeroporto di Catania offre un paesaggio unico e immaginifico, ambientazioni che per giorni rimarranno impresse nella memoria lasciandovi piacevolmente attoniti per la meraviglia. Nessuna retorica: di fronte il mare blu sconfinato che brilla al sole, alle spalle l’Etna con i suoi 3300 metri di altezza, in lontananza – direzione Messina -, si scorge la bella Calabria. 

Prendetevela con calma. L’arrivo a Taormina permette camminate con vista, alla scoperta di tesori e angoli nascosti e una nuova wine experience con sapori gourmet. Borgo antico in provincia di Messina, Taormina è uno dei luoghi più antichi e più belli di Sicilia, sintesi delle culture greca, romana, bizantina, araba. Il nome le fu assegnato dai Siculi e dai Greci, ma non mancano leggende che lo fanno derivare da altre fonti, come la leggenda del Minotauro, simbolo che compare su antichissime monete. A Tauromènium, Taormina, fu costruita l’agorà greca che divenne poi il foro romano- oggi Piazza Vittorio Emanuele -, e l’acropoli. Dalla Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria si snoda Corso Umberto I che da Porta Messina conduce a Porta Catania, le due capitali di provincia verso le quali si apre. A duecento metri il Teatro Antico costruito nel III secolo a.C. sfruttando la struttura morfologica della collina dove risiede ancora oggi, è inserito in un contesto meraviglioso che abbraccia la baia di Schisò e il Vulcano Etna. Il Teatro Antico di Taormina è un capolavoro archeologico greco romano di rara bellezza, uno dei più grandi della Sicilia, secondo solo al Teatro Greco di Siracusa. La costruzione di epoca greca è stata ricavata dalla pendenza naturale della collina. Oggi le parti originali sono pochissime. A partire dalla metà del secondo secolo a.C. infatti, la Sicilia venne conquistata dai Romani e da quel momento fu trasformato per usi diversi. Innumerevoli gli artisti che hanno calcato il suo palco. Il letterato tedesco Johann Wolfgang von Goethe che visitò Taormina nel 1787 scrisse: “Se ci si colloca nel punto più alto occupato dagli antichi spettatori, bisogna riconoscere che mai, probabilmente, un pubblico di teatro si vide davanti qualcosa di simile. Sul lato destro si affacciano castelli dalle rupi sovrastanti; più lontano, sotto di noi, si stende la città e, nonostante le sue case siano d’epoca recente, occupano certo gli stessi luoghi dove in antico ne sorgevano altre. Davanti a noi l’intero, lungo massiccio montuoso dell’Etna; a sinistra la sponda del mare fino a Catania, anzi a Siracusa; e il quadro amplissimo è chiuso dal colossale vulcano fumante, che nella dolcezza del cielo appare più lontano e più mansueto, e non incute terrore”. 

Taormina

Se Taormina è il borgo più tipicamente siciliano, allo stesso tempo è il lungo meno siciliano della Sicilia. Da 250 anni le influenze sono totalmente europee. La piaga del XIX secolo, la tubercolosi, fu il motivo dell’ulteriore sviluppo del turismo che è cresciuto sin dalla fine del ‘700 dopo la visita di Goethe, e a cui è seguita un’importante presenza per tutto l’ottocento di artisti e prime villeggiature di famiglie ricche e nobili del Centro-Nord Europa. Giardini, verde, paesaggi inediti. Da nessuna parte come a Taormina le piante decorative sono state così importante. Il giardinaggio non è infatti parte della cultura siciliana, popolo di agricoltori e pescatori che dinanzi a un pezzo di terra pianterà solo pomodori, melanzane, zucchine. Lo introdurranno gli inglesi come vero e proprio hobby. Florence Trevelyan, la viaggiatrice inglese stregata dalla bellezza della Sicilia, è stata la più importante filantropa e appassionata di giardini che curava personalmente. Siciliana d’adozione, nel 1884 si stabilì a Taormina dove conobbe e sposò Salvatore Cacciola, medico e poi sindaco di Taormina. Il suo vasto giardino, il suo Hallington Siculo, in ricordo di Hallington Hall dove aveva vissuto da bambina, è un giardino che riproduce lo stile inglese e che riempì di piante rare arrivate da ogni dove. Oggi il giardino di Florence Trevelyan è comunale, a lei intitolato e aperto al pubblico.

A Taormina è possibile dormire nella semplicità di luoghi in pieno centro ma allo stesso tempo protetti dal brusio dello struscio dei turisti che da Porta Messina si allungano verso Porta Catania. Il Piccolo Giardino è uno di questi. Centrale, semplice e accogliente, immerso in un piccolo giardino offre un soggiorno intimo grazie a un servizio puntuale e adeguato. Se preferite un ambiente internazionale e un affaccio su un paesaggio follemente meraviglioso con una vista impressionante della città e della costa, prenotate il vostro il NH Collection Taormina. Scegliete una tra le 63 camere, moderne e sofisticate con terrazza e balcone. A poche centinaia di metri potrete respirare l’atmosfera siciliana nelle stradine del centro storico e le boutique esclusive come Parisi sul vicino Corso Umberto I. Se invece ambite al sogno,il Grand Hotel Timeo, al Belmond Hotel, via Teatro Greco, è il luogo irrinunciabile. Il È stato il primo hotel costruito a Taormina, un luogo in cui il mondo antico e il nuovo entrano in armonia. Un’oasi glamour, ricca di storia dove le grandeur del mondo antico è impreziosita da uno spirito cosmopolita. Un autentico calore siciliano accompagnerà cocktail esclusivi e cene stellate Michelin. 

Taormina

Guidati da una nuova voglia di curiosità, immersi in panorami inediti partiamo all’avventurosa scoperta di Castelmola, meta vicina ubicata su un possente sperone di roccia. La cittadina è raggiungibile con le tuk tuk, ape car deliziosamente abbigliate come carretti siciliani. Il tour in ape car consente in breve tempo, viste le dimensioni, di raggiungere gli angoli più nascosti, assaporando la dolce vita tra itinerari storici, profumi e sapori del territorio. La sosta curiosa è al Bar Turrisi, dal 1947. Fondato proprio in quell’anno è passato da generazione in generazione, dal cavaliere Salvatore Turrisi al figlio Giuseppe, ai nipoti. Oggi il bar Turrisi rappresenta uno dei luoghi di culto della Sicilia, dove è possibile degustare il tipico vino di mandorla, tra falli e sculture che rappresentano la virilità dell’uomo. L’Antico Caffè San Giorgio di Castelmola, che si affaccia sulla monumentale bellissima e panoramica piazza all’ ingresso del paese, accoglie dal 1907 i visitatori del piccolo borgo. Qui è d’obbligo una sosta per pranzare o gustare in totale relax il famosissimo Vino alla Mandorla, Il Blandanino, prodotto con uve pregiate, essenze segrete e mandorle Siciliane. Proprio in questo storico Caffè il suo fondatore, Don Vincenzo Blandano creò il Vino aromatizzato alla Mandorla che chiamò proprio “Blandanino”, un liquore dal colore ambrato scuro nel quale si fondono odori e sapori siciliani fra cui la mandorla, lo zibibbo, aromi, fiori d’arancio e forse anche il gelsomino. 

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Savoca, discreta e silenziosa, è stata resa celebre in quanto set del film Il Padrino, dove ancora oggi si possono respirare evocative atmosfere di quel tempo. Considerata il “paese dalle “Sette Facce”, per via della sua particolare struttura urbana, sottolineata dal grande scritto Sciascia, è meravigliosamente adagiata su una collina a 330 metri di altezza, distante 42 km da Messina. Strade di basalto, tetti con coppi siciliani, case in pietra locale, le donano una bellezza unica. L’entrata di Savoca è segnata da una delle due antiche porte, un tempo parte integrante delle mura di cinta. Bellissimi i palazzi nobiliari tra cui il Palazzo Salvadore, del XVII secolo (via San Michele) e il Palazzo Scarcella, risalente al XVII secolo. Quello più famoso è il Palazzo Trimarchi in cui è sorto il Bar Vitelli anch’esso reso noto dal film “Il Padrino” oggi il fulcro della vita paesana e centro strategico di Savoca. Da vedere la chiesa di San Nicolò edificata nel XXIII secolo su uno spettacolare sperone roccioso proteso verso il vuoto e divenuta famosa per essere stato uno dei set del film “Il Padrino”.

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