Tenuta Capofaro

Sicilia: 5 wine resort per dormire (e degustare) tra i filari

Tempo di lettura: 4 minuti

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Cinque strutture in Sicilia da scoprire e mettere in agenda attraversando la regione da Est a Ovest, da Nord a Sud, sempre con il calice in mano.

di Valeria Lopis Rossi

L’estate è in arrivo e con essa comincia ad essere visibile il ciclo della vite. Gli acini diventeranno sempre più grandi e succosi, i filari rigogliosi, la luce del sole si diffonderà ovunque nelle campagne; dettagli che arricchiranno le vigne rendendole ancora più attrattive. 

La meta “agricola” è la scelta preferita da quasi 6 italiani su 10, un 58% stimato da Coldiretti nell’ultimo rapporto TTG del 2022, dato destinato a salire con le proiezioni della prossima stagione che quotano un turismo sempre più lento ed enogastronomico.

Tanti ma ancora abbastanza di nicchia, i wine relais propongono esperienze immersive tra vigna, cantina, vino e ospitalità. Degustazioni tra i filari, il tempo lento di cui godere, la possibilità di immergersi nella quiete campestre avvolti tra i silenzi dei boschi e i profumi vinosi che arrivano dalle cantine.

Tenuta Capofaro
Tenuta Capofaro

Capofaro, Salina (ME)

Una delle cinque tenute della famiglia Tasca D’Almerita: la più bianca e la più isolana, totalmente immersa nel Mediterraneo “salinaro” che la sigilla come liquido amniotico creando un’atmosfera sospesa tra terra e mare. Ventisette camere ispirate alla leggerezza dell’isola che dialogano con i 4,5 ettari di vigneti circostanti, prevalentemente Malvasia, curati in ogni stagione dall’agronomo Alessandro Accardi con il quale una passeggiata tra i filari può trasformarsi in una lectio magistralis. 
A reggere le colonne di un luogo di così straordinaria bellezza e delicatezza c’è Giulio Bruni, responsabile di tenuta e sommelier di lungo corso. La meta è considerata anche una tappa gastronomica: oltre alle degustazioni c’è una proposta abilmente orchestrata dallo chef Gabriele Camiolo che in Locanda offre una cucina del benessere, a filiera corta e di gusto.
Il momento migliore è quello in cui tutto si tinge di rosa, l’ora dell’aperitivo è magica in tutta l’isola e all’ombra del faro lo è ancora di più.

Tenuta Capofaro

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Feudi del Pisciotto

Feudi del Pisciotto, Niscemi (CL)

Un baglio settecentesco situato ai margini della Riserva Naturale Sughereta di Niscemi è il suggestivo scenario naturale di Feudi del Pisciotto che conta un’estensione complessiva di 150 ettari di cui 44 vitati.
L’accoglienza è in stile siciliano, la dimora storica offre un’ambientazione caratteristica nella quale è possibile cogliere l’essenza barocca del territorio che è uno spicchio di Valdinoto, l’ultimo lembo prima di cedere all’entroterra siciliano. 
Il palmento è il cuore pulsante della struttura: è il ristorante, una sosta di gusto tra un tour alla scoperta della cantina e una passeggiata tra i filari.

Feudi del Pisciotto

Baglio Donna Franca
Baglio Donna Franca

Baglio Donna Franca, Marsala (TP)

Nella campagna marsalese, a perdita d’occhio tra le colline che fronteggiano la Riserva dello Stagnone e la visione delle Isole Egadi, Baglio Donna Franca è il wine relais della famiglia Ansaldi.
L’omaggio che si coglie già nel nome e poi nell’atmosfera ottocentesca, è quello ad un’altra famiglia: la dinastia Florio antica protagonista di questo territorio e iniziatrice della Belle Epoque siciliana, un’esperienza che rivive ancora nella contaminazione tra storia e cultura del vino che ogni visitatore può assaporare. 
Zibibbo, Grillo, Perricone: l’enologo Giacomo Ansaldi ha scelto gli autoctoni come voce narrante di una Sicilia eterna e luminosa, preziosa come Marsala. La conduzione in biologico si estende anche a pane e pasta prodotti con i grani antichi della tenuta.

Baglio Donna Franca

Baglio Occhipinti
Baglio Occhipinti

Baglio Occhipinti, Vittoria (RG)

In una delle più antiche strade del vino, Baglio Occhipinti è la destinazione immersiva che unisce paesaggio, architettura e vino.
Il baglio è un esempio di restauro conservativo: tutto parla di vita agricola e lo fa con i toni sussurrati e i ritmi lenti della campagna dove conta l’essenziale.
La padrona di casa è Fausta Occhipinti, architetto paesaggista che viene da una famiglia legata con un doppio nodo al vino: Arianna (Occhipinti) è sua sorella e Giusto (Occhipinti) di COS è lo zio. 
L’orto e poi tutto intorno a Baglio Occhipinti ci sono le vigne di Fossa Lupo, quelle che Arianna vinifica come cru in etichette di contrada.

Baglio Occhipinti 

Camporè
Camporè

Camporè, Randazzo (CT)

Giardini di pietra lavica, uliveti e vigneti: tra le contrade San Lorenzo e Campo Rè, nel versante Nord dell’Etna ad una quota di 765 metri s.l.m., Camporè è una tappa unica anche nella modalità di arrivo. È una delle pochissime cantine raggiungibili con la littorina ALn 56, la storica vettura della ferrovia Circumetnea: 120 km di linea ferrata a scartamento ridotto.
La fermata su richiesta scende a San Lorenzo e conduce direttamente tra gli 8 ettari di Camporè, vigne di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio impiantate a metà del 1900 recentemente affiancata da un nuovo impianto di di Carricante e Catarratto.
Nata come cantina, la struttura è gestita dal 2016 da Maria Pia e Cristina Madaudo giovani sorelle che hanno dato un nuovo impulso con un’evoluzione che continua nel segno dell’ospitalità con il ristorante e 4 camere appena inaugurate.

Camporè

Foto copertina Tenuta Capofaro

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