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Anteprime 2024: la tradizione a braccetto dell’innovazione

Tempo di lettura: 3 minuti

Eventi sempre più affollati. Aromi e creazioni incuriosiscono i consumatori, mentre dibattiti e tavole rotonde spaziano sui temi più disparati. Si parla molto anche di clima, di bio e di giovani

di Paolo Porfidio

Gli appassionati del mondo del vino – durante il mese appena terminato – hanno affollato con entusiasmo gli eventi di anteprime, momenti speciali in cui sono state presentate al pubblico le nuove annate delle bottiglie più rinomate: sono stati un’occasione unica per esplorare l’eccellenza vinicola, scoprire le sfumature di gusto e aromi delle nuove creazioni dei produttori. Oltre alle degustazioni, sono stati moltissimi i temi trattati e hanno arricchito tavole rotonde e presentazioni stampa: grande attualità, trattata tra un sorso e l’altro dalle bottiglie più prestigiose come Amarone, Vino Nobile di Montepulciano, Grandi Langhe e Chianti.

Il “Via!” è stato dato da Grandi Langhe, una delle più attese anteprime italiane, che ha visto quest’anno, oltre ai grandi vini rossi della regione, l’apertura al sempre più importante mondo delle bollicine piemontesi, L’Alta Langa Docg. Uno dei grandi argomenti è stato quello dell’aumento degli investitori che approdano sempre più spesso nei territori del vino, alla ricerca di nuove opportunità di immissione di capitali, acquisizioni e allocazione di risorse. “LANGHE (NOT) FOR SALE”, il dibattito animato durante l’evento: “Abbiamo scelto di concentrarci su questo argomento – spiega Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani – per comprendere quali fossero le posizioni dei produttori delle Langhe rispetto agli investimenti (che abbiamo definito esterni al tessuto locale), a fronte di dinamiche esogene legate alle valutazioni e ai prezzi dei terreni di pregio per la produzione nelle zone maggiormente vocate del mondo. Volevamo approfondire la visione che hanno gli stessi produttori del nostro territorio, in modo da evidenziare i fattori di rischio e le opportunità legate alla cessione delle cantine e dei terreni nelle diverse generazioni familiari”.

I risultati mostrano come la questione sia vissuta dalle diverse generazioni familiari. Gli Junior considerano gli investitori in un’ottica complessa e strutturata – non monolitica, ma differenziata rispetto alle varie tipologie (fondi di investimento, multinazionali, grandi gruppi, singoli investitori) – portatori di progetti industriali e forti dotazioni di capitali. I Senior, al contrario, hanno una visione più univoca degli investitori esterni che operano a fini speculativi e mossi da pure logiche di tendenza e di finanza. Per entrambi i cluster si attivano processi psicologici differenti, a seconda che gli investitori appartengano o no al settore vitivinicolo.

La degustazione all’interno delle Officine Grandi Riparazioni ha regalato emozioni e svelato prodotti dal grande potenziale. Le lunghe file ai banchi di assaggio Alta Langa hanno confermato il trend del consumo di bollicine a discapito dei grandi rossi di potenza e struttura.

Anche Amarone Opera Prima è stato un grande successo. L’anteprima del principe del Veneto è assurto ad appuntamento imperdibile per gli appassionati del vino italiano. Tuttavia i riflettori sono stati puntati sulla flessione che ha colpito anche questa tipologia, confermando la tendenza del consumatore che sempre più spesso sceglie vini a contenuto grado alcolico, prediligendo la finezza alla potenza. Nelle varie tavole rotonde si è affrontato proprio il discorso dell’“amarone del futuro”, un prodotto sempre più attuale e fruibile. Assaggiando i primi calici ci rendiamo conto infatti che questo vino è caratterizzato da una piacevolezza e “facilità” di approccio anche in questa fase di giovinezza, rendendolo godibile e apprezzabile sin d’ora.

Non ha deluso neanche la settimana delle anteprime toscane, dove il focus è stato il grande tema della sostenibilità e della conversione Bio. È proprio in questa regione, infatti, che troviamo il maggior numero di vigneti in produzione Bio, con un 38% contro il 20% di media nazionale. Un dato molto importante, se consideriamo il fatto che in questa regione il 91,5% della superficie vitata sia destinata alla produzione di vini a denominazione, rispetto ad una media nazionale che arriva al 65%.

Inutile raccontare della qualità, sempre in aumento nonostante il grande tema del cambiamento climatico che preoccupa tutti i consorzi, ma che grazie alla sapiente gestione in vigna riesce ad essere gestito, almeno per il momento…

Nobile di Montepulciano, Chianti Classico, Bolgheri e Montalcino, guidano sempre il mercato del vino anche negli Stati Uniti, nonostante un calo importante che fa riflettere nuovamente sulle tendenze del consumatore.

In conclusione, il grande tema di queste anteprime è stato quello di riavvicinare il consumatore, soprattutto i giovani, ai grandi vini del nostro Paese. La sfida dei consorzi sarà quella di lavorare ad una comunicazione importante e affiancare i produttori in un periodo sicuramente non semplice, che però lascia spazio alla creatività ed all’ingegno. Attendiamo con ansia le nuove annate assaggiate in tutte le enoteche e carte dei vini, in modo da apprezzarne l’evoluzione che, come sempre, solo il tempo sarà capace di offrire.

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Paolo Porfidio

Sommelier ed Enologo, è head sommelier di Terrazza Gallia dell’ Hotel Excelsior Gallia di Milano, docente e divulgatore, oltre che curatore della Guida Wine List Italia edita da MWW Media – Vendemmie

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