di Luca Serafini
L’obiettivo è stato raggiunto: le migliaia di persone che hanno visitato l’Aperitivo Festival di Milano nel weekend tra venerdì 24 e domenica 26 maggio, hanno vissuto l’esperienza nei valori che la manifestazione promuove e sostiene. L’appuntamento serale è occasione di socialità, incontro, confronto, chiacchiere, sfogo magari: quale modo migliore di stare insieme se non con un bicchiere e uno stuzzichino?
Si sono alternati barman e chef, drink e cibo, in un’equa distribuzione di sapori che ha esaltato la professionalità delle aziende e delle persone che le rappresentano, appagando le aspettative del pubblico.
Gli eccessi sono stati banditi: per cultura, per etica, per salute, ma anche per non rovinare il pairing tra gusto e piacere, per non soppiantare la cena che è un altro momento conviviale. La III edizione di Aperitivo Festival ha sollecitato questo approccio, ha condotto per mano i visitatori attraverso novità e tradizione grazie a scoperte, conferme e tradizioni di storia che appartengono all’eccellenza italiana.
In questo contesto si è inserito per tutto il mese di maggio quel sondaggio che vi abbiano proposto (“Che cosa bevi all’aperitivo?”), con risultati sorprendenti. Al primo posto delle preferenze infatti si sono piazzate le Bollicine (29,31%), davanti all’Aperol Spritz (18,97) e al classico Negroni (10,34) con una divisione degli altri drink distribuita nel piacere dei votanti. Il sondaggio è ancora online, ma le indicazioni sembrano nette: un prodotto puro è preferito ai cocktail, universale e gradito da quasi un terzo del nostro pubblico. Il dato più interessante è però la diversità delle scelte, segno che il messaggio del gusto è arrivato a destinazione.
Luca Serafini
Dal 1° febbraio 2024 direttore responsabile di Vendemmie, giornalista e scrittore, ha una lunga carriera televisiva alle spalle ed è tuttora opinionista sportivo tra i più apprezzati. Ha pubblicato saggi e romanzi, con “Il cuore di un uomo” (Rizzoli, 2022) ha vinto il premio letterario “Zanibelli Sanofi, la parola che cura”.